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Quando ci occupiamo di dolore pelvico – maschile o femminile – è fondamentale andare oltre la componente fisica. Ansia, paura del dolore e del movimento, depressione, pensieri catastrofici, scarsa fiducia nelle proprie capacità: sono tutti fattori psicosociali che possono amplificare la percezione del dolore e limitare in modo significativo la qualità della vita delle persone.
Nel trattamento del dolore pelvico, non possiamo più limitarci a “curare il sintomo”. È molto più efficace lavorare sulla funzionalità della persona, aiutandola a recuperare le proprie attività quotidiane, relazionali, lavorative. In quest’ottica, l’approccio biopsicosociale ci guida a iniziare dall’ascolto autentico del paziente: il suo vissuto, le sue esperienze, le sue paure vanno accolte e validate prima ancora di pensare a una diagnosi.
Troppo spesso chi soffre di dolore pelvico arriva in studio con una lunga serie di diagnosi e trattamenti alle spalle, ma senza aver mai trovato una vera chiave di lettura del proprio problema. La strategia terapeutica più efficace in questi casi non è passiva, ma attiva: accompagniamo la persona in un percorso di esposizione graduale, durante il quale può riscoprire la fiducia in sé stessa, ridurre la paura e affrontare il dolore in modo nuovo.
Uno dei punti fondamentali di questo approccio è la “pain education“, ovvero un percorso di educazione sul dolore. Si tratta di aiutare il paziente a comprendere che:

  • provare dolore non significa necessariamente che c’è un danno nei tessuti,
  • il dolore può essere presente anche senza una causa fisica evidente o pericolosa,
  • si può convivere con il dolore senza lasciarsi limitare da esso,
  • si può migliorare, e in molti casi, persino guarire.

In questo modo, anche la tanto temuta “contrattura muscolare” può essere riconcettualizzata, smettendo di essere un ostacolo insormontabile e diventando un sintomo da affrontare con strumenti nuovi, basati su movimento, consapevolezza, progressione.
Lo scorso 9 e 10 maggio 2025, ho partecipato al corso Psychologically Informed Physical Therapy in Pelvic Pain (PIPT – Modulo Dolore Pelvico) a Milano. È stata un’occasione formativa preziosa, incentrata sull’integrazione dell’approccio biopsicosociale nella presa in carico del dolore pelvico persistente.
Porto con me nuovi strumenti e riflessioni utili per accompagnare le persone in percorsi terapeutici ancora più efficaci, dove il dolore non è più un ostacolo insormontabile, ma una parte del processo di guarigione da affrontare con consapevolezza, ascolto e strategie attive.

Se anche tu vuoi scoprire un modo diverso di affrontare il dolore pelvico, più centrato sulla persona e sul recupero della funzionalità, ti invito a seguire i prossimi aggiornamenti o a contattarmi.

Il dolore non deve rovinarti la vita. Si può migliorare. Si può guarire.

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